Le Edizioni F. Conz
Un mecenate del XX secolo
Parlare delle Edizioni Conz è parlare della vita di Francesco Conz che ne è stato l’ideatore e il promotore. Nate nel lontano 1972, le Edizioni costituiscono sin dall’inizio il principale motore dell’Archivio F. Conz. A ben vedere l’Archivio e le Edizioni formano una struttura organizzativa e produttiva autosufficiente, completa, assolutamente inscindibile e interattiva. Le connessioni che legano le due principali creazioni del collezionista veneto sono così pro- fonde che l’uno non esisterebbe senza le altre e vice versa. In fatti, gran parte dell’Archivio, nella sua parte documentale fotografica ed epistolare, è costituito dalla documentazione dei progetti editoriali nel corso della loro realizzazione. Migliaia di disegni, lettere e fotografie che testimoniano una attività costante, frenetica e assolutamente unica. D’altra parte è vero anche il contrario, e cioè che molte edizioni sono tirature serigrafiche di alcuni originali, o di alcune fotografie, collezionate da F. Conz in più di trent’anni. In buona sostanza le Edizioni costituiscono il cuore dell’Archivio. Un cuore pulsante che ha generato e genera quel flusso continuo di vitalità che rende l’Archivio, non un luogo dedito alla stantia accumulazione museale, ma una struttura vivente e propulsiva. In fatti, ciò che caratterizza fortemente l’Archivio F. Conz, e che lo rende un unicum, è la straordinaria volontà di dialogo continuo, serrato e produttivo che ha portato Francesco Conz a porsi come artefice di incontri, vero e proprio catalizzatore, in grado di legare tra di loro molti movimenti d’avanguardia. In buona sostanza, ciò che caratterizza l’Archivio è che Francesco Conz non si accontenta di col- lezionare delle opere. Ciò che gli interessa è renderle possibili. Per questo motivo Francesco Conz è da considerare un vero e proprio mecenate del XX secolo. La sua passione per l’arte si è trasformata in qualcosa che ha poco a che vedere con le ragioni del mercato, così domi- nante per il mondo dell’arte contemporaneo, e che ricorda invece le vicende dei grandi me- cenati del Rinascimento pronti a sacrificare generosamente il proprio patrimonio per il gusto del bello e dell’innovazione artistica. Parlare di munificenza è sicuramente fuori dal tempo, ma è proprio questo spirito che ha condotto Conz a proteggere e sostenere numerosi artisti e costruire le possibilità di una straordinaria storia di creazioni artistiche.
Nascita dell’archivio e delle edizioni
Primo passo per la costituzione di quello che nel corso di oltre trent’anni di attività è divenuto uno dei più importanti archivi al mondo è stato un viaggio a New York testimoniato dal libro Winterreise. From Asolo to New York and vice versa edito da Conz nel 2007. Un viaggio fondamentale di cui Conz stesso parla in termini mistici collegandolo al viaggio a Damasco di San Paolo. In buona sostanza si tratta di una vera e propria conversione. Ma andiamo con ordine.
Francesco Conz nasce a Citadella (Pd) nel 1935 da una famiglia di estrazione borghese e di origini austro-ungarica che prima dell’indipendenza dell’Italia aveva ottenuto da “Thurn und Taxis” la concessione per la tratta di diligenza da Innsbruck a Padova. L’educazione è rigida- mente tradizionale: il padre è industriale, la madre commerciante con tendenze fortemente bigotte.
Nel 1947 la famiglia si trasferisce a Roma dove Francesco frequenta il Collegio Massimo, rientrando a Cittadella nel 1950, dopo la morte del padre avvenuta nel 1949. Frequenta l’Istituto Superiore presso il Collegio dei Padri Cavanis a Possagno, patria del Canova. Nel 1956 viene iscritto dalla madre all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano attraverso Padre Gemelli, allora Rettore e amico di famiglia.
Dopo 2 anni di frequenze alla Facoltà di Economia e Commercio, lascia gli studi e nel 1959 si rifugia in Francia vivendo in parte da hippy e in parte da benestante, secondo le alterne possibilità finanziarie. Frequenta saltuariamente la Sorbona, fa vari mestieri fra cui il valletto presso il Duca di Windsor e Wally Simpson, allora in esilio in Francia e poi come mozzo sullo yacht privato “L’Atlantide” a Montecarlo.
Nel 1961 si trasferisce a Londra dove studia letteratura inglese lavorando, nel frattempo, come camionista e commesso presso i Magazzini Liberty di Regent Street.
Nel 1962 è in Germania come aiuto cameraman nella città di Amburgo e poi come sinda- calista per i diritti delle numerose maestranze italiane presso la ditta Montage Bauthiele. Nel 1963 soggiorna per quasi un anno in Spagna frequentando tra l’altro i corsi di letteratura spagnola all’Università Menendez Pelayo di Santander.
Ritorna in Italia nel 1964, sempre a Cittadella, ed apre un laboratorio di restauro e produzi- one di tavolette decorative che ottengono immediatamente un notevole successo.
Inizia a collezionare arte e nel 1972 ed apre a Venezia la “Galleria d’Arte Moltiplicata” fon- dando le Edizioni F. Conz.
Nell’autunno del 1973 Conz compie un viaggio a Berlino dove incontra, durante una fiera d’arte, Günter Brus e Joe Jones. Tramite loro viene introdotto al Wienner Grouppe, cono- scendo Gerhard Rühm, all’Azionismo viennese e al gruppo europeo di Fluxus. Contatti che svilupperà per il resto della sua vita. A seguito di questi nuovi incontri, rientrato in Italia, chiude la galleria veneziana, vende la collezione e concentra i suoi interessi artistici ad Asolo invitandovi Jones, Nitsch e Brus e commissionando loro alcune opere. Fu così che nacquero la “Asolo Raum” di Nitsch, “La croce del Veneto o I nove cardinali” di Brus e che venne real- izzata la prima mostra di Joe Jones ad Asolo. E’ questo il periodo asolano delle Edizioni che vede Francesco Conz ospitare numerosi artisti delle avanguardie accumulando moltissimi documenti e dando vita ad una serie di edizioni e pubblicazioni divenute oramai storiche. Molte di queste furono editate in collaborazione con le Edizioni Pari & Dispari o con le ed- izioni Beppe Morra. La paternità dei progetti è quasi sempre riconducibile a Francesco Conz anche se in alcune di queste edizioni non è citato nei colophon o il suo apporto appare in un ruolo secondario.
Sempre nel 1973 venne organizzato un incontro per l’autenticazione dell’archivio Schwar- zkogler che Conz aveva promosso. All’incontro parteciparono: Brus, Nitsch, Edith Adam, Hoffenreich e Jones. Ispirato più dalla passione che dalla premeditazione, Conz era così divenuto in breve tempo il punto di riferimento per l’Azionismo Viennese nel Nord Italia. Fu quindi naturale, per dar seguito all’amicizia istauratasi anche con Jones, organizzare un viag- gio a New York per andare a conoscere gli artisti in contatto con lo stesso Jones (ma anche con Nitsch) ed ampliare la nuova collezione che stava iniziando. Il viaggio è da considerarsi quindi il primo, forse inconsapevole ma fondamentale passo di costituzione di quello che sarebbe divenuto l’Archivio F. Conz. E’ questo il già citato viaggio testimoniato nel libro Winterreise. From Asolo to New York and vice versa.
A New York Conz, Brus e Nitsch incontrarono alcuni dei più importanti artisti dell’avanguardia newyorkese ed il mecenate veneto riuscì ad istaurare con loro un rapporto che gli permise di invitarli ad Asolo.
I primi furono Nam June Paik e Charlotte Moorman, seguiti da Al Hansen, Jon e Geoffrey Hendricks. Tutti e cinque ripetutamente presenti ad Asolo tra il 1974 e il 1978 dove realiz- zarono alcune performances opportunamente documentate dall’Archivio e divenute storiche: “Kosugi’s Chamber Music” di Kosugi Takeisha, “Zen Smile” di Nam June Paik interpretate da Charlotte Moorman e Nam June Paik nel 1974; “Running” di Al Hansen del 1974; “Between Two Poles” di Geoffrey Hendricks del 1974/75, “Cello Sonata” di Mieko Shiomi ancora in- terpretata da Charlotte Moorman sul campanile di Asolo nel 1977. Poi arrivarono ad Asolo Takako Saito, Peter Moore, Alison Knowles, Bob Watts, Philip Corner, Emmett Williams, Car- olee Schneemann e molti altri.
Agendo d’impulso, mosso da un’enorme passione, il collezionista veneto acquisì nei pri- mi anni Settanta importantissimi materiali storici: il già citato archivio fotografico inerente l’attività di Schwarzkogler, l’archivio fotografico delle prime azioni di Nitsch, di Brus e di Muehl, una buona collezione di foto storiche di Peter Moore, alcune opere storiche di Maci- unas e il completo archivio fotografico del movimento Guerrilla Art Action Group di Jon Hendricks e Jean Toche (questo grazie all’acqusizione delle foto di Jean Van Raay che fu ad Asolo con Al Hansen durante l’estate del 1974 a selezionare e sviluppare l’enorme documen- tazione fotografica inerente il movimento).
E’ facile capire come questo materiale costituisca la pietra d’angolo dell’Archivio. In seguito, da prima ad Asolo e poi a Verona, lo sviluppo dell’attività dell’Archivio aggiunse a questo primo nucleo tutti quei documenti riguardanti le edizioni di libri, cartelle, fotografie, etc. che prosegue idealmente, ma anche sostanzialmente, il lavoro iniziato negli anni Settanta ampliando le ricerche anche alla poesia sperimentale (Concreta, Sonora, Visiva, etc.), ZAJ, Gorgona e Once Group. Va ricordato che Conz conobbe Emmett Williams, Ann Noël, Dick Higgins e Alison Knowles già nel 1974 in un secondo viaggio attraverso il nord degli Stati Uniti, da New York al Wermount, accompagnato questa volta da Charlotte Morrman e Frank Pileggi.
Viaggi quindi con grandi conseguenze, non solo per la possibilità offerta agli artisti coinvolti da Francesco Conz nella realizzazione di opere, ma soprattutto per l’immissione in Italia di materiale quasi sconosciuto che influenzò moltissimo il modo di concepire e di fare arte in Italia, nonostante il dominio incontrastato di altre aree estetiche più legate al mercato.
Una vita fatta di incontri – Le neo-avanguardie e Conz
Il 1979 è un anno di radicali cambiamenti. Conz chiude ogni attività commerciale a Cittadella e si trasferisce a Verona, inizialmente in Piazzetta Pescheria, dedicandosi unicamente all’arte ed all’Archivio. Qui collaborerà inizialmente anche con Diego Strazzer e Sarenco alle Edizioni Factotum. Quando Sarenco traslocò a Illasi per aprirvi la mitica Domus Jani, Conz prese possesso dell’appartamento in Vicolo Quadrelli, già sede delle Edizioni Factotum oltre che abitazione di Sarenco. L’appartamento si trasformerà piano piano in una vera e propria fucina dei miracoli divenendo uno dei luoghi d’incontro e di lavoro più importanti di Verona, e non solo, per quanto riguarda le neo avanguardie ospitando praticamente tutti i più importanti artisti internazionali da Joseph Beuys a Herman Nitsch, da Allan Kaprow a Eugen Gomringer, dai fratelli De Campos a Henri Chopin, da Jacques Spacagna a Lawrence Ferlinghetti. Artisti che spesso si trovarono ospiti contemporaneamente di Francesco Conz come è ampiamente testimoniato dalla incredibile documentazione fotografica conservata nell’Archivio stesso. Incontri memorabili che hanno prodotto anche alcune collaborazioni storiche come quella già menzionata tra Moorman e Paik in Asolo o quella tra Eric Andersen e Eugen Gomringer, solo per citare la prima e l’ultima in ordine di tempo.
Per quanto riguarda la storia delle edizioni, va sicuramente segnalato che a Verona, a seguito dell’incontro e delle discussioni con Bob Watts, nacque l’idea e la successiva realizzazione di quelle grandi serigrafie su tela che nel corso del tempo sono divenute una delle forme più riconoscibili e caratteristiche delle Edizioni F. Conz. A Bob Watts il collezionista veneto riconosce infatti il merito di aver portato le sue Edizioni ad un livello di specializzazione tecnica e raffinatezza di risultato impensabile prima del loro incontro.
Il concetto di incontro è sicuramente la chiave per comprendere appieno lo sviluppo e l’influenza esercitata dall’Archivio nel corso di oltre trent’anni di attività. La grande capacità di Francesco Conz di creare un ambiente favorevole alla convivialità e allo scambio è ciò che ha permesso l’instaurarsi di rapporti che vanno ben al di là della mera produzione di alcuni oggetti per le Edizioni o per l’Archivio.
A questo proposito va sicuramente ricordato come l’incontro sia alla base di uno di più im- portanti progetti mai realizzati dal mecenate veneto: “La Livre. An Homage to Ezra Pound”. L’idea di organizzare dei workshops nel castello di Brunnenburg, castello dove Pound visse gli ultimi anni della sua vita, è forse l’esempio più chiaro di come l’incontro e lo scambio siano stati fondamentali nella storia dell’Archivio e delle Edizioni. I workshops per il progetto “La Livre. An Homage to Ezra Pound”, oltre ad essere dei veri e propri eventi storici che permisero di lavorare assieme, nelle stanze poundiane e ad uno stesso tema, molti dei più importanti poeti sperimentali del Novecento, rendono espliciti quei legami sotterranei che hanno guidato Francesco Conz nelle scelte operate per la costituzione della sua collezione donandone un’unità e una coerenza che va ben al di là del pur importante riferimento alla “intermnedialità”.
L’incomprensibile noncuranza delle istituzioni culturali
L’Archivio Conz, editando nel corso di oltre trent’anni più di 400 titoli, ha raccolto una enorme quantità di materiale che costituisce una parte cospicua dell’Archivio stesso. Tutte le bozze, le prove di stampa, la corrispondenza per la realizzazione delle edizioni, la documentazione fotografica costituiscono un patrimonio enorme che testimonia la vitalità dell’Archivio e delle relazioni, spesso giocose e informali, che Francesco Conz ha istaurato con tutti gli artisti con cui ha lavorato.
Gli incontri per la realizzazione delle edizioni sono state spesso anche l’occasione per la esecuzione di opere originali che sono andate ad arricchire la collezione Conz. Oltre alla famosissima Asolo Raum di Hermann Nitsch e gli altrettanto famosi Cardinali di Günter Brus, sono da ricordare gli interventi di Lemaître sull’edizione di Isou La formule de l’amour prodi- geux, la serie Underwear realizzata da Lawrence Ferlinghetti e gli straordinari libri d’artista realizzati da Jacques Spacagna, Ann Noel, Al Hansen, Emmett Williams e molti altri.
Una esperienza straordinaria ed unica che ha portato nel corso della sua attività numerosi artisti internazionali a lavorare nel territorio veneto avvalendosi delle capacità e delle possibilità offerte dalle numerose piccole aziende presenti. Attività sempre minuziosamente documentata da Francesco Conz.
Credo sia evidente a tutti che il fatto che la non piccola parte dell’Archivio dedicata alla fotografia, oltre alla già citata documentazione relativa alle Edizioni, sia costituito da in- numerevoli scatti, che potremmo erroneamente definire “privati”, relativi agli incontri avvenuti sia in casa di Francesco Conz e sia in molte parti del mondo in occasione di mostre, performances, festivals etc., non ne sminuiscano minimamente il valore ma, al contrario, lo esaltino rendendolo una fonte storica imprescindibile per studiarne l’evoluzione e le dinami- che profonde che lo hanno reso possibile. Per comprenderne appieno le influenze che sono andate oltre l’Archivio, invece, ci vorranno ancora degli anni.
Nonostante questo, l’attività e spesso l’esistenza stessa dell’Archivio è poco conosciuta e, purtroppo, per niente sostenuta dalle istituzioni culturali che avrebbero sicuramente enormi vantaggi nell’accedere e nell’usufruire dei documenti, delle opere e della conoscenza che l’Archivio F. Conz rappresenta. Una risorsa non utilizzata in patria ma che viene invece spesso contattata dalle maggiori istituzioni culturali internazionali con le quali l’Archivio ha collaborato in più occasioni. Numerose sono infatti le mostre realizzate in Europa, negli Stati Uniti ed in altre parti del mondo grazie alla sempre attenta disponibilità dell’Archivio.
A questo proposito va detto che Francesco Conz, grazie alla sua pluriennale attività, a partire dagli anni Ottanta è stato più volte invitato a collaborare, come consulente, da vari musei in varie parti del mondo. Sempre a partire dagli anni Ottanta l’Archivio si è prodigato in impor- tanti donazioni. Da citare quelle significative al Queensland Museum di Brisbane (Australia), al Museo d’Arte Moderna di Zagabria, al Museion di Bolzano e al Cirulo de Bellas Artes di Madrid. Un impegno per l’arte coronato nel 1999 con il conferimento di una Laurea ad Hon- orem da parte dell’Università De Montfort di Londra.
Le neo-avanguardie nelle edizioni Conz
Da subito, come già ricordato, l’attività dell’Archivio si è caratterizzata per una forte volontà di collaborazione con gli artisti, regolarmente invitati a soggiornare ad Asolo per realizzare dei progetti per il mecenate veneto. Oltre alla commissione di opere che sono andate nel corso degli anni ad arricchire la collezione dell’Archivio F. Conz, l’impegno editoriale è stato il motore principale dello sviluppo dell’Archivio stesso.
Tra il 1972 e il 1973 Conz edita a suo nome due sole cartelle: PositivoINegativo di Roy Adzak e Strappo ad Asolo di Dorothee Von Windheim. A partire dal 1973, a seguito della “conver- sione” e l’inizio della già citata collaborazione con le Edizioni Pari & Dispari e le Edizioni Beppe Morra, vennero editate una serie di cartelle, grafiche e di multipli la cui attribuzione risulta ancora spinosa. In ogni caso, i primi anni del nuovo corso dell’attività editoriale di Francecsco Conz sono dedicati all’Azionismo Viennese. A iniziare dal 1973 vennero pub- blicate una serie di cartelle fotografiche di grande formato (cm. 50 x 60) di Hermann Nitsch e Otto Müehl. Poi fu il solo Hermann Nitsch a continuare la collaborazione con le edizioni Conz realizzando alcune delle opere più importanti del catalogo dell’editore veneto.
Il corpus editoriale dedicato ad Hermann Nitsch raccoglie le testimonianze fotografiche di alcune delle sue prime azioni. In particolare: Aktion 5 del 1964; Aktion 9 del 1965; Aktion 12 del 1965; Aktion 13 del 1965; Aktion 14 del 1965; Aktion 15 del 1965 Aktion 20 del 1969; Aktion 29 del 1968; Aktion 30 del 1969; Aktion 31 del 1969. La pubblicazione delle azioni di Nitsch culminerà con l’edizione della monumentale opera dedicata alla Aktion 50 del 1975. Si tratta di 4 grossi volumi telati contenenti: 160 foto B/N di cm. 50 x 60; 7 foto a colori dello stesso formato; la partitura musicale dell’azione ed 1 opera originale. È questo uno degli oggetti più importanti e monumentali editato da Conz per quanto riguarda l’Azionismo Viennese e Nitsch in particolare. Al monumentale libro va affiancata la pubbli- cazione della serigrafia su tela di grande formato (cm. 395 x 162,5) “Das letzte Abendmahl”, forse l’edizione su tela più conosciuta in assoluto tra quelle editate da Francesco Conz.
Di Otto Müehl sono state editate 10 cartelle nel 1984. Anche in questo caso si tratta di car- telle fotografiche di grande formato (cm. 50 x 60) contenente la documentazione di alcune delle prime azioni di Otto Muehl, divise per anno, e che vanno dal 1963 al 1971. Si tratta della più amplia documentazione dell’artista austriaco pubblicata in Italia.
Sempre a partire dai primi anni Settanta iniziano anche le pubblicazioni in ambito Fluxus. In questo caso però la collaborazione fu molto più articolata con numerosi artisti impegnati nella realizzazione di progetti che vanno dalla scatola di reperti, come Between Two Poles di Geoff Hendricks, ai multipli, come le Musik Box di Joe Jones, il Crome-Plated Bronze Cabbage e la Tit Box di Bob Watts, dalle serie di Cello in legno di Charlotte Moormann, fino alla serie di ceramiche realizzate da Milan Knizak; dalle cartelle di grafiche come la Early Fluxus Music di Philip Corner, Tangram I e Tangram II di Emmett Williams, alle numerosis- sime edizioni su tela che dai primi anni Ottanta caratterizzano le edizioni di Francesco Conz. La frequentazione del gruppo internazionale Fluxus e il costante impegno a sostegno delle iniziative del gruppo stesso è forse l’aspetto più conosciuto dell’Archivio Conz.
Oltre alle edizioni appena citate, del corpus Fluxus vanno sicuramente menzionate le due cartelle di foto e documenti di Dick Higgins: 1959-1960 e 1961/2/3. Le due cartelle doveva- no inizialmente far parte di una serie di cinque dedicate alle prime attività performative di Dick Higgins e alla nascita del gruppo Fluxus a New York. Allo stesso intento storico docu- mentale sono da ascriversi le due cartelle di Joe Jones: Joe Jones in New York e Joe Jones in Europe che rendono conto dell’attività dell’artista a New York a partire dal 1963 fino al 1972 e la successiva attività europea dal 1973 al 1975. Molte delle foto contenute in queste cartelle sono di Peter Moore e di Gisela Scheidler. Le due cartelle vennero poi riunite in un unico contenitore. In quanto a dimensioni finali è questo uno degli oggetti più importanti e monumentali editato da Conz per quanto riguarda Fluxus.
Altra cartella con intenti storico-documentali è quella di Charlotte Moormann e Nam June Paik dal titolo Retrospettiva che contiene oltre 60 foto di Peter Moore delle più importanti e famose performances che i due artisti hanno tenuto tra gli anni Sessanta e gli anni Settanta sia assieme che separatamente. Sempre di Nam June Paik sicuramente da citare sono le due serigrafie su tela Fluxus Island in Décollage Ocean e Opera Sexotronique oltre il multiplo Boite Postale du voyeur.
Alla poesia sperimentale verrà invece dedicato sempre più spazio a partire dai primi anni Ottanta con la pubblicazioni di numerose edizioni su tela.
La Poesia Concreta è rappresentata da Eugen Gomringer, Haroldo De Campos, Arrigo Lora Totino, Gerhard Rühm. In particolare, Gomringer e Rühm hanno realizzato per le edizioni una vasta serie di serigrafie su tela che propongono dei componimenti storici in forma ingran- dita e su un supporto diverso dall’originale pagina di un libro. L’ingrandimento ha l’effetto di evidenziarne la potenza espressiva e l’equilibrio grafico che caratterizza tutti i componimenti dei due maestri della poesia concreta.
Di Poesia Sonora Conz ha pubblicato libri e tele di Henri Chopin e Bernard Heidsieck, oltre a due tele con le poesie sonore di Mimmo Rotella. Di Heidsieck sono state anche realizzate due straordinarie serie di originali in serie di cui uno su cartoncino e uno su tela.
La Poesia Visiva è invece presente con l’edizione di Luciano Caruso (la bellissima cartella Tavole Barocche), quella di Eugenio Miccini (La Poesia Entra nella Vita) e le due serigrafie su tela di John Furnival.
Il Lettrismo è presente nelle Edizioni Conz con una serie di serigrafie su tela di Isidore Isou, Maurice Lemaître, Roland Sabatier, Eric Satié e Jacques Spacagna realizzate alla fine degli anni Ottanta. Anche in questo caso, come in altri già sottolineati, l’incontro ha giocato un ruolo fondamentale. Nel 1985 nel corso della manifestazione Milano Poesia, Frances- co Conz assiste alla performance di Isidore Isou e si ritrova a difendere l’artista francese dall’incomprensione e dal fastidio suscitato dal suo intervento nel pubblico. È l’occasione per allacciare quel rapporto con il fondatore del movimento Lettrista che lo porterà negli anni successivi a sviluppare un progetto editoriale con alcuni dei membri del movimento.
Di Isidore Isou sono state realizzate 19 tele di medio formato (cm. 141 x 163), più due tele di grande formato (cm. 215 x 228), tratte dal libro Initiation à la heute volupté del 1960, due tele di medio formato (cm. 110 x 120) della serie 12 Hypergraphies Polylogues e una tela dal titolo La formule de l’amour prodigeaux. Di quest’ultima ne esistono alcuni pezzi dipinti da Lemaître. In questo caso l’edizione, come spesso è avvenuto, è stata l’occasione per la realiz- zazione di alcune opere originali con interventi manuali eseguiti sulla serigrafia dall’autore stesso o, come in questo caso, da un altro artista. Il risultato è un’opera, dal titolo Sur Isou, realizzata da Lemaître in omaggio al fondatore del movimento Letrrista.
Di Sabatier sono state realizzate tre serigrafie su tela di medio formato. Due sono le serigrafie realizzata da Satié.
Anche per questi artisti, come già sperimentato con Fluxus e con la Poesia sperimentale, Conz ha preferito pubblicare delle opere storiche modificandone il supporto.
Caso a parte è Jacques Spacagna che per le Edizioni Conz sviluppa dei veri e propri progetti originali. Saranno così realizzate due serie di serigrafie su tela, poi dipinte dall’artista, una di piccolo formato e una di grande formato, e una cartella-libro di 29 serigrafie su cartoncino dipinte a mano in 3 esemplari.
A partire dal 2005, l’Archivio Conz si è sempre più impegnato nel sostegno del movimento Lettrista organizzando mostre e pubblicando alcuni libri con il fondamentale aiuto di Brou- tin. Sicuramente da menzionare è il libro dedicato all’amicizia tra Spacagna e Conz edito nel 2007 e che rappresenta, a tutt’oggi, l’unica monografia dedicata all’artista francese.
Completano il corpus editoriale dedicato alle neo-avanguardie i movimenti ZAJ e Gorgona che Francesco Conz ha sapientemente ricercato ed editato in Italia.
Di ZAJ sono state pubblicate numerose serigrafie su tela dei principali esponenti del movi- mento spagnolo: José Luis Castillego, José Cortes, Eugenio De Vicente, Ester Ferrer, Jaun Hi- dalgo ed Walter Marchetti.
Del movimento jugoslavo Gorgona, Conz è riuscito ad editare alcune serigrafia su tela di: Marijan Jevšovar, Ivan Kožarić, Dimitrije Bašićević Mangelos, Josip Vaništa e Ðuro Seder. Tutto il gruppo si è poi cimentato nella realizzazione di una delle serigrafie su tela più grandi editate da Conz (cm. 940 x 140) che assieme alla tela di 50 metri di Eric Andersen sono da considerare dei veri e propri azzardi, per non dire delle pure pazzie da collezionista.
Esistono poi alcune edizioni non riconducibili ai principali ambiti di ricerca estetica che costituiscono l’ossatura dell’Archivio Conz. L’edizione su tela di Claudio Costa ne è un es- empio, come lo sono le edizioni realizzate negli ultimi anni con Lawrence Ferlinghetti (o la collaborazione con Jack Hirschman). L’interesse dimostrato da Conz per questi due ultimi poeti è comprensibile solo facendo riferimento all’intermedialità dimostrata dai due ameri- cani. Entrambi, in fatti, non si sono limitati alla sola poesia, peraltro lineare e quindi che esula gli specifici interessi del collezionista veneto, utilizzando spesso anche altri mezzi espressivi come ad esempio la pittura.
Caso a parte sono da considerarsi le numerose ed importanti pubblicazioni realizzate con Daniel Spoerri. Pur avendo fatto parte del gruppo Fluxus, Spoerri è sempre stato fedele alla sua iniziale esperienza in ambito Nouveau Realisme, movimento che non fa parte degli in- teressi di Francesco Conz. La presenza di Spoerri nelle edizioni Conz è quindi da riferirsi più alla sua partecipazione a Fluxus, anche se le edizioni realizzate non vi sono riconducibili. Di fatto, la serie di 10 libri di cucina realizzati da Spoerri in collaborazione con 10 altri artisti, da Bernard Johannes Blume a Christian Ludwig Atterse, da Diter Rot a Roland Tapor, sono più ascrivibili all’esperienza di Eat Art agita dall’artista rumeno. Ciò non toglie che costituiscano una delle opere più imponenti editate da Conz. L’edizione in otto esemplari di Kochrezpte in 10 portfolios, straordinario cofanetto-oggetto che oltre a conservare l’integrale edizione di ri- cette è arricchito da un table-piège, può essere paragonata per la sua importanza e per la sua non indifferente mole all’altra già menzionata monumentale edizione conziana dedicata a Nitsch: Das Orgien Mysterien Theater – Fotodokumentation der 50 aktion, Prinzedorf, Wien- viertel n.ö. 1975. Due edizione che da sole testimoniano e rendono palesemente concreto lo straordinario impegno del mecenate veneto.
Metodo di catalogazione
Il volume presenta in ordine alfabetico le numerose edizioni di Francesco Conz dal 1972 al 2009. Di ognuna di esse, oltre la fotografia, vengono forniti i principali dati di identificazi- one quali l’anno, le dimensioni e la tiratura. Una breve descrizione dell’edizione stessa e, ove necessarie, delle note che indicano l’esistenza di eventuali variazioni come la stampa della stessa edizione su diversi supporti o l’esistenza di serie ritoccate a mano dagli artisti, ne completano la presentazione. Sempre in nota si troveranno le indicazioni riguardanti le edizioni riconducibili a Francesco Conz ma editate da Pari & Dispari o da Beppe Morra. In rarissime occasioni i dati sono incompleti. Ce ne scusiamo.
Patrizio Peterlini, 2009