Quando un giorno o l’altro si fara’ l’inventario dell’attività di Lotta poetica, si potra’ vedere che la rivista, durante i suoi due primi anni di attivita’ ha elaborato la teoria di base della poesia visiva *
Nell’estate del 1969 Paul De Vree venne in Italia per partecipare al festival organizzato da Eugenio Miccini alle Cascine di Firenze. Fu a quel festival che De Vree incontro’ Sarenco.
Sarenco aveva gia’ collaborato a De Tafelronde, ma non aveva mai conosciuto personalmente il poeta belga. Fu a quel festival che nacque l’amicizia tra i due. Un sodalizio che li portera’ a collaborare per diversi anni fondando e dirigendo la piu’ importante e longeva rivista del movimento internazionale di Poesia Visiva (unico vero movimento d’avanguardia nato in Italia nel secondo dopogueraa): Lotta Poetica.
Non c’e’ dubbio in fatti che il salto di qualita’ della Poesia Visiva sia avvenuto ad opera del Gruppo internazionale di poesia visiva o Gruppo internazionale dei nove (gli italiani Marcucci, Miccini, Ori, Perfetti, Sarenco; il belga Paul De Vree, il francese J.F. Bory, l’olandese Damen e l’americano Arias Misson) sorto nel triangolo ideale formato dalle citta’ di Firenze, Brescia, Anversa e aggregatosi attorno alla rivista Lotta Poetica. Fu allora che la Poesia Visiva accolse profonde sollecitazioni creative, si rinnovo’ e si sviluppo’, nella necessita’ di affrontare il fondamentale problema di una comunicazione supernazionale. La rivista Lotta Poetica fu determinante, perche’ assunse la funzione di punto-informazione, punto-documento, punto-confronto, punto-scambio, punto-promozione per tutta l’attivita’ del Gruppo.
Probabilmente, tutto nacque lavorando all’organizzazione di quella che sarebbe diventata la prima mostra collettiva internazionale di Poesia Visiva presso lo Studio Sant’Andrea di Milano. Durante il viaggio si crearono i contatti necessari.
Una rivista che doveva essere di rottura, di lotta, in quanto i tempi erano, secondo il poeta italiano, maturi. L’idea piacque a De Vree.
A finanziamento dei primi numeri, come viene esplicitamente dichiarato nel primo editoriale della nuova rivista firmato da Sarenco, venne stipulato un accordo tra De Vree e Sarenco in modo da collegare la nuova rivista italiana alla rivista belga De Tafelronde e accedere a parte dei finanziamenti ad essa destinati. Inoltre fu decisa un’operazione di finanziamento dell’impresa attraverso la vendita delle opere che i poeti che avrebbero collaborato alla rivista donavano.
Dopo le varie pratiche burocratiche e gli accordi economici per la stampa, nel giugno del 1971 usci’ il primo numero di Lotta Poetica, rivista mensile multilingue di poesia ed arte d’avanguardia.
Gia’ al primo numero del giugno 1971 parteciparono, come redattori corrispondenti, numerosi artisti e poeti europei, ma anche nord e sud americani e giapponesi. Gran parte di loro aveva gia’ collaborato sia alla rivista Amodulo (fondata e diretta da Sarenco dal 1969 al 1970), sia alla rivista De Taffelronde, o erano legati alla rivista francese OU del poeta Henri Chopin.
La rivista ebbe quindi da subito un respiro e un’ambizione internazionale e si dimostro’ estremamente aperta ai contributi dei suoi collaboratori che erano, citandone solo alcuni: Eugenio Miccini, Michele Perfetti, Jochen Gerz, Ben Vautier, Jean François Bory, Nicholas Zurbrugg, Henri Chopin, Jiri Valoch, Eweredt Hilgeman, Herman Damen, Tim Hulrichs, Claus Groh, Takahashi Shoachiro, Clemente Padin, Edgardo Antonio Vigo, Alain Arias Misson.
Il primo anno di attivita’ di Lotta Poetica fu caratterizzato dalla continua e sistematica formulazione di una teoria di base della Poesia Visiva e dalla sua difesa nei confronti di altre espressioni artistiche, in primis nei confronti dell’arte concettuale.
Ma Lotta Poetica divenne principalmente, e sta qui’ la sua enorme importanza storica, l’organo ufficiale del movimento internazionale di Poesia Visiva. In essa, fin dal primo numero, vennero pubblicate le documentazioni fotografiche delle opere, delle mostre e delle prime azioni poetiche pubbliche organizzate dagli esponenti della Poesia Visiva. L’intento era quello di dare un rendiconto chiaro, puntuale e continuo dell’affermarsi della Poesia Visiva in Europa.
Il lavoro effettuato dai due direttori, Paul De Vree e Sarenco, supportati da puntuali interventi teorici anche di Miccini, e’ quello di un continuo, incessante e sistematico lavoro teorico e documentale sulla Poesia Visiva. Importantissimi sono, in fatti, tutti i testi teorici pubblicati nelle pagine della rivista, a cominciare dagli editoriali firmati da De Vree e Sarenco, passando da: Situazione della nuova poesia in Italia di Lucia Marcucci; Note sulla poesia visiva di Paul De Vree; Public poem di Alain Arias Misson; per arrivare ai numerosi testi di Rossana Apicella come: La poesia visiva come fine di un equivoco e La poesia internazionale dalla monoglossia alla praxiglossia.
E’ chiaro che l’impegno assunto dai due poeti dalle pagine di Lotta Poetica non poetava esaurirsi nella sola rivista. A fianco di essa nacquero, in fatti, mostre, collane di libri, collane di cassette audio e numerose battaglie giudiziarie fomentate dalle polemiche pubblicate nelle pagine della rivista stessa.
Fu, in fatti, dalla sezione denominata “Documenti” che partirono le tre piu’ famose querelles sostenute. La prima, sicuramente la piu’ importante per la storia della Poesia Visiva, portava il titolo di: Poesia visiva e Conceptual Art. Un plagio ben organizzato. La seconda, quella che costo’ piu’ processi ad Eugenio Miccini (in qualita’ di direttore responsabile) fu Enea Ferrari e Piero Manzoni (come si costruisce e si lancia a livello di mafia un falso prodotto culturale). La terza, forse la piu’ ideologica, per il Boicottaggio della Biennale di Venezia del 1972.
E fu sempre in questa sezione che trovo’ spazio anche la pubblicazione di tutti i mandati di perquisizione o di comparizione spiccati nei confronti di Sarenco e di Eugenio Miccini.
Tutte queste attivita’, e la loro documentazione, sono da considerare delle vere e proprie “azioni poetiche”. Fanno parte cioe’ dell’attivita’ di “poesia pubblica” o di “poesia politica” che caratterizzava la produzione dei poeti visivi in quegli anni. La serie Piano regolatore insurrezionale della citta’ di Firenze di Miccini, o le serie I pericoli e l’avventura di andare in questura e Licenza Poetica di Sarenco, e i numerosi Political Poem di De Vree, prendono spunto proprio dall’attivita’ di denuncia e di lotta poetico/politica ingaggiata dal gruppo direzionale della rivista contro l’arte istituzionalizzata e le operazioni di mercato mascherate da operazioni culturali. Sono “azioni/provocazioni poetiche”, come le definiva in quegli anni Sarenco.
Ma dopo tre anni d’incessante attivita’ polemica, qualcosa successe all’interno degli equilibri redazionali, segnando profondamente le scelte editoriali. A partire dal numero triplo 34/35/36 del marzo/aprile/maggio 1974, e fino al suo ultimo numero doppio 49/50 del giugno/luglio 1975, la rivista cambio’ radicalmente tono, diventando monografica. Lotta Poetica si apri’ ad altri ambiti di ricerca, mettendo da parte per il momento la sua verve polemica.
Il livello della rivista rimase comunque altissimo, dedicando i numeri monografici ai piu’ importanti artisti europei: Klaus Staeck, Bernard Aubertin, Aldo Mondino e Joseph Beuys
Ma l’esperienza e l’impegno italiano di De Vree non terminarono con il numero 49/50 della storica prima serie di Lotta Poetica (ricordiamo per inciso che Lotta Poetica e’ giunta ora al secondo numero della quarta serie). Poco piu’ di due anni dopo, nel 1977, troviamo De Vree impegnato in una nuova avventura editoriale architettata assieme all’amico Sarenco: Factotum Art.
Factotum-Art segna il passaggio dalla storica prima serie di Lotta Poetica, alla patinata seconda serie; ma Factotum Art sottolinea anche la continuita’ con l’esperienza precedente: direttori responsabili sono ancora Sarenco e Paul De Vree, e la edizione e’ garantita dai finanziamenti italo-belgi che avevano sostenuto la prima serie di Lotta Poetica.
E’ una rivista che ricorda, anche nella veste grafica scarna, la rivista immediatamente precedente, e cerca di ristabilire una continuita’ con l’ipostazione editoriale dei primi numeri di Lotta Poetica.
C’e’ subito da sottolineare, pero’, che lo sforzo non riusci’. Ed e’ questo che spiega la straordinaria differenza tra il primo numero della nuova rivista e i restanti sei. Differenza che e’ evidente nella consistenza del materiale pubblicato (264 pagine il primo numero contro le 16 pagine dei numeri successivi) ma che si esprime meglio nel radicale cambiamento di rotta esistente tra il primo numero ed il resto.
La differenza e’ talmente evidente che, al di la’ del titolo, sembra di avere a che fare con due riviste completamente diverse. Quanto e’ storico-filologico il primo numero, tanto e’ polemico-combattiva la continuazione dell’attivita’ editoriale. Sembra che in Factotum Art prendano corpo le due anime che avevano contraddistinto la prima serie di Lotta Poetica: un’anima filologico-storica, impegnata costantemente nell’opera di diffusione e divulgazione del movimento della Poesia Visiva e della poesia sperimentale in genere; e un’anima polemica e battagliera impegnata in durissime lotte contro le maggiori istituzioni culturali italiane e contro quelli che sono da sempre i bersagli preferiti di Sarenco: i critici.
Il primo numero di Factotum-Art venne pubblicato nel 1977 ed e’ costituito da quattro corpose sezioni, le cui prime due sono sicuramente le piu’ importanti.
Nella prima sezione, che porta il titolo di Storia dell’arte del XX secolo, e’ pubblicato un lungo e interessante approfondimento su DADA, ed in particolare sui primi esperimenti di poesia sonora portati avanti da Raoul Hausmann. A corollario e’ pubblicata la corrispondenza che Raoul Hausmann ebbe con Paul De Vree tra il 4 settembre 1966 e il 1 giugno 1970, introdotta da un breve testo di De Vree.
La seconda sezione, che porta il titolo di Scritti d’artista, e’ costituita dai testi di due importanti poeti visivi: Alain Arias-Misson e Lamberto Pignotti.
Con il secondo numero di Factotum Art, uscito nel maggio del 1978, avviene la drastica mutazione.
Innanzi tutto si riduce il numero delle pagine: d’ora in poi saranno solo sedici; in secondo luogo la rivista diventa l’organo di diffusione del nuovo movimento inventato e fondato da Sarenco il 25 aprile 1978: il Futurgappismo.
De Vree sembra aver abbandonato il progetto e non interviene direttamente in questa fase della rivista, affidandola alla verve polemica di Sarenco.
Di questi secondi sei numeri dobbiamo sicuramente ricordare il tentativo, messo in atto da Sarenco proprio dalle pagine di Factotum Art, di riconciliazione delle diverse anime della poesia sperimentale operanti sul territorio nazionale. Nel n. 4 del dicembre 1978, sono pubblicate le quattro lettere che costituiscono lo scambio epistolare tra Sarenco, Lora Totino e Spatola e che segnano la fine di un’epoca. Quelle lettere costituiscono l’armistizio tra le varie fazioni operanti in quegli anni nell’ambito della poesia sperimentale, e l’accordo, seppur con qualche riserva, per una fattiva collaborazione. Scrive Sarenco, dopo quindici anni o giu’ di lì che operiamo (insieme ad altri) nell’area della Nuova Poesia (sia essa concreta, visuale o visiva) non ci siamo ancora accorti che forse sarebbe importante operare scelte organizzative e culturali comuni.
L’invito fu accolto, non certo calorosamente, da entrambi. Lora Totino, nella sua lunga lettera piena di distinguo e precisazioni, alla fine dichiara: “la cosa puo’ interessarmi, a patto che si smetta con le polemiche interne” e chiude la lettera con dei saluti “un tantino sospettosi”. Da parte sua Spatola dichiara che “c’e’ poco da lamentarsi in quel che succede tra i poeti. Fa parte della poesia – visiva? Succede che le tecniche possano coincidere con la mente, e che la mente non sappia essere così tecnicamente fortunata da capire”.
E’ veramente la fine di un epoca. Piu’ volte, successivamente, ho sentito altri protagonisti dell’epoca (Sitta, Vaccari, Miccini, etc.) riferirsi all’incontro avvenuto in quegli anni tra Sarenco e Spatola, a seguito dello scambio epistolare, come il momento di firma di un tacito trattato d’armistizio.
Di quell’incontro esistono dei documenti fotografici. In uno di questi, Spatola e Sarenco si sfidano a braccio di ferro. E’ una foto estremamente significativa (non a caso pubblicata in copertina dalla rivista Doc(K)s) che sottolinea in modo evidente il passaggio di livello avvenuto nelle lotte tra i poeti.
Factotum Art e’ quindi la rivista che marca in modo definitivo la fine di un periodo estremamente produttivo, carico ideologicamente e contraddistinto da un forte scambio polemico e/o teorico tra tutti gli artisti internazionali.
Factotum Art annuncia l’arrivo degli anni Ottanta che si aprono con la sorprendente rinascita di Lotta Poetica.
E’ in fatti del febbraio 1982 il primo numero di Lotta Poetica. Nuova serie.
A sette anni di distanza dall’ultimo numero riprende la pubblicazione della storica rivista con una veste grafica e un formato completamente diversi. La carta e’ patinata, la copertina e’ a colori, il formato e’ quello standard seguito dalle maggiori riviste di settore. A chi non conoscesse la prima serie di Lotta Poetica, potrebbe apparire come una normalissima e tranquilla rivista d’arte, come le numerose riviste recuperabili in edicola negli anni Ottanta.
Della rivista non e’ cambiato solo l’aspetto estetico. Anche la redazione ha subito dei grossi cambiamenti e l’altro elemento nuovo, che segna un cambiamento radicale rispetto alla prima serie, e’ proprio la comparsa delle inserzioni pubblicitarie a sostegno della rivista. Va ricordato, per inciso, come l’assenza di pubblicita’ nella prima serie sia stata fortemente voluta e sostenuta da De Vree e Sarenco per sottolineare la liberta’ e l’autonomia della rivista nelle scelte editoriale.
Ad ogni modo, Lotta Poetica, proprio all’inizio degli anni Ottanta, in un momento in cui la Poesia Visiva sembra segnare il passo, ritorna a far sentire la sua voce fastidiosa. E, ancora una volta, ad innescare polemiche. E’ cambiata la confezione, ma lo spirito battagliero e la volonta’ di porsi come luogo di riflessione e di proposta non sono cambiati. Anzi. In questa serie gli attacchi al mondo dell’arte, ed in particolare alla transavanguardia e ai suoi critici, si fanno ancora piu’ aspri e diretti. De Vree, Sarenco e Miccini si pongono ancora una volta come i fustigatori dell’imbecillita’ nel mondo dell’arte, cercando di non abbassare la guardia davanti ai ripetuti attacchi nei confronti dello spirito avanguardista che li contraddistingue.
La lotta riprende e la direzione e’ ancora saldamente tenuta da De Vre e Sarenco, coadiuvati dall’immancabile Eugenio Miccini, da Henri Martin (gia’ presente nella redazione della prima serie) e da Franco Verdi. Nella redazione internazionale della rivista collaborarono anche: Jean François Bory, Alain Arias-Misson, Anna Guglielmi.
Ma Paul De Vree non ebbe pero’ il tempo di partecipare a tutte le nuove polemiche e battaglie. Mori’ in fatti nel corso del primo anno di pubblicazioni. Al poeta fiammingo venne dedicata gran parte del numero 17 del gennaio 1984 con la pubblicazione di articoli e commossi messaggi di Sarenco, Miccini, Chopin, Verdi e Arias-Misson.
In seguito alla scomparsa di Paul De Vree la rivista ebbe uno scossone perdendo la regolarita’ mensile, fino allora rispettata. L’ultimo numero a cui De Vree lavoro’ in redazione fu il numero 4 del maggio 1982, mentre l’ultimo numero a cui collaboro’ fu il 10 del novembre 1982. Il numero successivo, n. 11/12, usci’ ben sei mesi dopo nel maggio 1983.
Sarenco e Miccini, compagni di avventure fin dalla fondazione della prima serie di Lotta Poetica cosi’ ricordarono l’amico scomparso, accennando allo spirito combattivo e l’energia che Paul De Vree riusciva a trasmettere ai suoi giovani compagni di lotta.
Lunga vita al poeta! (per Paul De Vree un anno dopo)
E’ questo un dovuto omaggio al poeta ed all’amico che mi ha tradito, lasciandomi solo dopo 13 anni di collaborazione affettuosa.
Ho preferito lasciare alle parole degli altri amici comuni (nonche’ compagni di battaglie culturali) l’elogio e la narrazione.
Lunga vita al poeta, quindi, senza equivoci ne’ meditazioni.
Sarenco
Lettera di Eugenio Miccini a Sarenco del 12 dicembre 1982
Caro Sarenco,
nel mese di agosto 1982 in localita’ Forte dei Marmi, nella Galleria “La Vecchia Farmacia” di Paolo Marini, io feci uno spettacolo dal titolo EROTICA che dedicai al poeta Paul De Vree. Alla serata, che si replichera’ a Firenze alla Galleria “L’Indiano” la sera del 22 febbraio 1983 (come da depliant che ti accludo), collaborarono Maria Pia Moschini e Paula Humeres, l’artista cilena che si vede nella foto.
Ho dedicato lo spettacolo a Paul De Vree, a cui ero legato da amicizia e stima, a breve distanza dalla sua morte, perche’ il poeta fiammingo aveva ispirato molti suoi lavori al tema dell’Eros.
Sarenco, tu lo sai che cosa era per noi e per molti della mia, della tua e di altre generazioni la presenza di Paul: persona e opera. Ti prego di dare testimonianza anche per me dalle pagine della rivista “Lotta Poetica”, che nelle vecchie edizioni lo vide collaboratore ed animatore delle nostre/sue battaglie.
Cari saluti
Eugenio Miccini
* Paul De Vree – Editoriale 2 nel numero 25/26/27 del giugno/luglio/agosto 1973 di Lotta Poetica