Alain Arias-Misson e’ l’ideatore del Public Poem, una forma di poesia urbana sperimentata per la prima volta in Belgio nel 1967 e perfezionata l’anno successivo in Spagna, dove Arias-Misson incontra il filosofo e poeta Ignacio Gomez de Liano ed entra in contatto con il gruppo Zaj. Nelle intenzioni del poeta i Public Poems sono una estensione della Poesia Visiva, movimento al quale si era avvicinato nei primissimi anni Sessanta, in un contesto extra-ordinario. Vale a dire azioni esterne da ogni contesto artistico ed estetico legato al mondo ordinario dell’arte. Progetto assolutamente autonomo e singolare con il quale Arias Misson e’ riuscito a portare la Poesia Visva nelle strade in modo vitale, dirompente e politico in quanto rivolto alla Polis. Nella sua specificita’, il Public Poem, e’ assolutamente diverso dalla performance e dall’happening. E’ di fatto una nuova forma dell’agire artistico, con delle caratteristiche proprie e ben definite. Nella performance l’artista agisce una sequenza di azioni significanti tese a trasmettere un messaggio prestabilito e univoco deciso dall’artista stesso. Caratterizzata da quattro elementi base: tempo, spazio, il corpo dell’artista e la relazione tra artista e pubblico; la Performance e’ una forma artistica in cui l’azione di un soggetto, in un luogo particolare e in un momento particolare costituiscono l’opera. Le Performaces nascono e si sviluppano, acquisiscono cioe’ valore artistico, solo se strettamente legate al contesto artistico ed estetico a cui si riferiscono. L’Happening, ideato da Allan Kaprow nel 1959 (18 Happenings in 6 Parts, New York), e’ una azione in cui entra prepotentemente in gioco il caso. Seguendo una sequenza prestabilita di azioni, l’artista porta i partecipanti ad intervenire, creando uno stato di creazione condivisa che non e’ prevedibile prima del suo inizio. “L’happening e’ una forma di teatro in cui diversi elementi alogici, compresa l’azione scenica priva di matrice, sono montati deliberatamente insieme e organizzati in una struttura a compartimenti”[1]. Il caso gioca un ruolo dominante, anche se e’ un caso provocato e, in qualche misura, controllato. Come sottolinea lo stesso Kaprow, l’Happening non e’ spontaneo. [2] In entrambi i casi il riferimento centrale delle azioni e’ il contesto artistico-culturale. Le performances e gli happenings sono pensati ed hanno senso solo all’interno dei luoghi dell’arte: gallerie, festival, musei. Una performance o un happening, astratti dal loro contesto di riferimento, perderebbero ogni significato, ogni possibilita’ di fruizione, risultando delle sterili, e a volte banali, azioni. Solo la contestualizzazione nel mondo dell’arte permette una loro valorizzazione e una loro fruizione come elementi caratteristici di alcuni movimenti d’avanguardia. Il Public Poem e’, al contrario, un’azione che trova negli spazi pubblici la sua collocazione ideale, in particolare negli spazi urbani, caratterizzati da una forte presenza umana: piazze, metropolitane, strade, etc. Il Public Poem lacera il tessuto testuale della citta’, in un dato luogo, usando ben precisi elementi tratti dalla strada (il traffico, i monumenti, le istituzioni commerciali e finanziarie, i movimenti della gente) come elementi semantico-sintattici di un testo organico che emerge contestualmente all’interruzione del testo della citta’ (traffico, polizia). Partendo dagli scritti di Lefebvre (amati dal poeta negli anni Sessanta), Arias-Misson intende la citta’ come un soggetto della storia, vale a dire un luogo di produzione e di mediazione. La citta’ e’ un luogo di incontri umani e di simultaneita’ di segni e informazioni significanti e viventi. In questo senso la citta’ e’ intesa come un testo analizzabile, come un sistema di segni, cioe’ un sistema linguistico. L’intervento dell’artista e’ quindi teso a rendere leggibile il testo della citta’. Ciò che e’ agito e’ uno svelamento della struttura linguistica e sintattica attraverso una essenziale opera di punteggiatura come in Punctuation Poem de Pamplona del 1970. La citta’ e’ anche un accumulo di strutture significanti pluristratificate. Ogni monumento veicola piu’ messaggi: storico, turistico, artistico, economico, politico, etc. Il poeta agisce quindi anche attraverso una scelta tra i vari livelli linguistici veicolati mettendo in moto un gioco di sostituzioni che amplia le possibili letture. Una poliedricita’ che libera poesia. E’ in questo senso che deve essere letto uno dei primi Public Poem realizzato da Arias Misson: A Madrid del 1968. In questa azione sette attori (nel senso del atto, non del teatro), tra cui lo stesso Arias-Misson, ognuno con una lettera del titolo dell’azione, muovendosi per le strade di Madrid hanno creato una serie di scritte pensate e agite in stretta relazione con il luogo in cui si trovavano. L’azione itinerante ha toccato vari luoghi simbolo della capitale spagnola, giocando sul contrasto tra il messaggio veicolato dalle scritte composte dagli attori e quello rappresentato dal monumento scelto come luogo dell’azione stessa. In un periodo in cui la Spagna era ancora dominata dal franchismo, quando nessuno nemmeno sognava una manifestazione pubblica, i sette attori sono riusciti a scrivere ARMA davanti all’ingresso del parlamento. Il gioco sulla simultaneita’ dei significati si concretizza e diventa leggibile solo grazie alla presenza del parlamento come luogo di amministrazione politica ed esercizio del potere. Il chiaro atto di accusa, politico e straniante, nei confronti della dittatura e’ stato rapidamente trasformato permutandosi in AMAR al sopraggiungere della Guardia Civil, liberando cosi’ un afflato poetico leggibile come un auspicio, anche ironico. Il Public Poem e’ definito da Arias Misson “a street libido” per sottolinearne la carica sovversiva e liberatoria che tale azione comporta. L’appropriazione degli spazi cittadini da parte del poeta e dei suoi aiutanti, libera una carica violentemente provocatoria (non sono rari gli scontri con gli automobilisti e la forza dell’ordine) oltre che radicalmente straniante. Gli spazi cittadini tornano ad essere luogo di incontro, di pensiero, di scambio. Ma l’aspetto piu’ interessante e’ il senso di gioco e di divertimento che tali azioni comportano. Arias Misson riesce sempre a coinvolgere i suoi aiutanti in una sorta di festa itinerante, di giocosa ilarita’ che si propaga come un virus anche al pubblico che, suo malgrado, viene coinvolto e contagiato da questa ludica rappresentazione poetica. Arias-Misson e’ una sorta di folletto, di genietto burlone, di arlecchino moderno. Una maschera della commedia dell’arte che si aggira per la citta’ e che, con i suoi fumetti, inscena una esuberante, surreale, improbabile beffa poetica. Massimo esempio in questo senso e’ sicuramente The Public Shamanic Chapel Sixteen Poem a cui ho avuto l’onore di partecipare. Una vera e propria burla, organizzata da Arias-Misson (resa possibile dal compianto Francesco Conz), in cui quattordici attori sono riusciti a beffare la sorveglianza dei Musei Vaticani e sbeffeggiare una recente enciclica di Giovanni Paolo II inscenando un Public Poem all’interno della Cappella Sistina. Una azione esilarante, degna della grande tradizione dei piu’ riusciti film comici, culminata nella precipitosa corsa degli attori tra le sale dei Musei nel riuscito tentativo di fuga dall’agguerrita sorveglianza intervenuta solo a fine azione. Ma al di la’ del divertito ricordo, credo che questa azione ci permetta di analizzarne, come esempio paradigmatico, gli elementi costitutivi caratteristici del Public Poem. Innanzitutto la scelta del luogo: la Cappella Sistina, il tempio della cristianita’, il centro di irradiazione del cattolicesimo. Vale a dire il luogo di massima espressione della visione cattolica del mondo, magnificamente rappresentato dagli affreschi che adornano tutto lo spazio. Un luogo, come negli altri Public Poems, pubblico, conosciuto e ricco di stratificazioni significanti. Caratteristiche che lo rendono assolutamente perfetto e che si offrono a molteplici interpretazioni. In secondo luogo, l’azione. Quattordici attori, cioe’ lo stesso numero dei personaggi dell’affresco, convenuti sul luogo autonomamente, precisamente sotto l’affresco La creazione di Adamo, ad un segnale convenuto, si sono lasciati cadere con pesantezza a terra creando un tableau vivant speculare alla rappresentazione affrescata sul soffitto. Ricreando la struttura della Creazione di Adamo, sdraiandosi sul pavimento, con gli attori nelle stesse posizioni degli personaggi della pittura, Arias-Misson ha costretto tutti i presenti a rompere la normale visione “naso all’aria” dello spazio obbligando di fatto il pubblico ad effettuare una rottura della visione “ortogonale” (con riferimento a Paul Virilio, letto con molto interesse dal poeta) dell’uomo ratio-religioso iscritto nell’architettura umanista della Cappella Sistina e guardare in giu’ per la prima volta in cinque secoli! Un atto, anche in questo caso, fortemente politico e perturbante esasperato dalle maschere utilizzate dagli attori e dalla musica. Le maschere sciamaniche delle religioni schiacciate o eliminate dalla diffusione del cattolicesimo (Maya, Aborigena, Animista africana etc.) sottolineano la violenza e la prevaricazione della chiesa cattolica, in chiaro riferimento alla dichiarazione di Giovanni Paolo II nella sua enciclica sulla rivelazione divina dei grandi libri religiosi che elimina di fatto ogni riferimento alle credenze sciamaniche non scritte. Gli effetti sonori, composti dai rumori caratteristici degli animali dei cartoni animati (gridi di farsa dei fumetti), indicano la comunicazione pre- (o post-?) linguistica degli sciamani ed esaltano il tenore di scherzo e sberleffo, vero nucleo dell’intero Public Poem. Infine la gravitas della caduta a terra degli attori rappresenta i daimoni della terra in contrasto diretto con la religione celeste che galleggia sul soffitto nell’affresco! Terzo elemento: l’imprevedibilita’. Tutti i presenti sono stati sorpresi dalla fulminea esecuzione dell’azione. Per prima la sorveglianza che e’ rimasta basita a guardare e a cercare di capire cosa stava succedendo (I giapponesi, invece, hanno prontamente ripreso tutta l’azione!). Lo scompiglio creatosi all’interno della Cappella Sistina, grazie alla rapidita’ di esecuzione, e’ parte integrante del Public Poem e contribuisce a veicolare quel messaggio sovversivo scopo dell’azione. Cosi’ come l’improvviso parapiglia dell’inseguimento che rientra anch’esso a pieno titolo nella costruzione del testo emerso. Questi elementi, nella loro essenza, sono presenti in tutti i Public Poems di Alain Arias Misson e costituiscono la specificita’, l’originalita’ e l’assoluta unicita’ di queste azioni poetiche. La citta’, o come in questo caso un luogo densamente carico di significati, sono una enorme struttura linguistica su cui il poeta visivo, nella miglior tradizione di questo movimento, agisce la sua guerriglia semiologia sovvertendone il messaggio.
1 – Michael Kirby – Happening – De Donato Editore, Bari, 1968 – pag. 28
2 – Allan Kaprow – Una dichiarazione – in Michael Kirby – Happening – Op. Cit. – pag. 73